aprile 2013 ~ Il Blog di Bunje

16/04/13

Hagakure (I,21)



"Il linguaggio marziale usa i termini «samurai illuminato» e «samurai non illuminato». Un samurai che ha aspettato di trovarsi in situazioni difficili per imparare ad uscirne non è illuminato. Un samurai che studia la situazione in anticipo e si prefigura ogni evenienza e le possibili soluzioni è saggio e, quando l'occasione si presenta, è capace di affrontarla nel modo migliore. In ogni caso, il samurai illuminato è quello che si prepara e che prevede tutti i dettagli dell'azione. Al contrario, il samurai non illuminato fa sorgere in chi lo vede la penosa impressione di annaspare in un groviglio caotico e il suo successo deriva solo dalla fortuna, perché non esamina tutte le eventualità prima di agire."

14/04/13

Pesce bianco con impanatura al sesamo


Un piatto semplice ma dal gusto ricercato.

Eccomi di ritorno con un'altra ricetta dopo un periodo di pausa dovuto alla poca voglia di cucinare. Riprendiamo con un piatto semplice e veloce che però ha una personalità tutta sua.

Ingredienti (per 4 persone):

4 cucchiai di semi di sesamo
1 lime
2 cucchiai di olio extra vergine d'oliva
100 gr. di pangrattato
4 cucchiai di cocco gratuggiato
4 filetti di pesce bianco

Preparazione:

  • Preriscaldare il forno a 180° gradi in modalità statica.
  • Gratuggiare la scorza del lime.
  • In una ciotola mescolare il cocco grattuggiato , il pangrattato, il sesamo, la scorza del lime e l'olio.
  • impanate i filetti cercando di ricoprire bene la superficie del pesce.

Cottura:

Disponete i vostri filetti di pesce impanati in una teglia rivestita con carta da forno e fate cuocere per circa 10 minuti. Per ottenere una doratura migliore si consiglia di impostare il forno a ventilato durante gli ultimi 2 minuti di cottura. 

Buon Appetito

10/04/13

Hagakure (I, 14)



"E' importante rimproverare e correggere chi commette errori. Questo atto è la manifestazione della compassione e il primo dovere del samurai.
Ma è necessario sforzarsi di farlo nel modo corretto. In effetti è facile trovare qualità  e imperfezioni nella condotta di un'altra persona così come criticarla. Molti s'immaginano che sia un atto di gentilezza dire agli altri ciò che essi non desiderano sentire e, se le critiche non sono ben accolte, li considerano irrecuperabili. Un simile modo di pensare è irragionevole e dà gli stessi risultati negativi che derivano dal mettere intenzionalmente qualcuno in imbarazzo o dall'insultarlo. Spesso è solo un cattivo modo di liberarsi la coscienza.
Prima di esprimere una critica si deve essere certi che la persona sia disposta ad accettarla, ed è necessario esserle diventati amici, aver condiviso i suoi interessi ed essersi comportati in modo tale da ottenere la sua piena fiducia, così che presti fede alle nostre parole. Poi è necessario il tatto: bisogna scegliere il momento opportuno e il modo appropriato di formulare la critica, magari con una lettera o dopo un incontro particolarmente piacevole, parlando prima dei propri difetti per condurre poi l'interlocutore a comprendere, senza sprecare più parole di quante siano necessarie.
Occorre lodare i suoi meriti, sforzarsi di incoraggiarlo, fargli assumere l'umore giusto, renderlo desideroso di osservazioni come l'assetato lo è dell'acqua: a quel punto bisogna correggere i suoi errori.
La critica costruttiva è una questione delicata.
So per esperienza che le abitudini cattive e radicate sono difficili da estirpare. Mi sembra che la compassione autentica consista, per tutti i samurai al servizio di un daimio, nell'essere benevoli e amichevoli gli uni verso gli altri, nel correggere reciprocamente gli errori per servire meglio insieme il daimio. Mettendo in imbarazzo volontariamente qualcuno non si compie nulla di costruttivo. D'altronde, come potrebbe essere altrimenti?"